Travolti da un’insolito destino nell’azzurro mare d’agosto
Italia, 1974 di Lina Wertmuller
Con Giancarlo Giannini, Mariangela Melato, Eros Pagni, Isa Danieli, Riccardo SalvinoAldo Puglisi, Lorenzo Piani, Vittorio Fanfoni, Anna Melita.
Credere, obbedire, non combattere
Una coppia improbabile, costituita da un rozzo marinaio e da una ricca milanese in vacanza, naufraga accidentalmente e si ritrova a dover convivere, per mare e su un’isola deserta.
La strepitosa formula con la quale Lina Wertmüller si approccia a questo film si basa sulla già collaudata e ben oliata coppia di attori Giancarlo Giannini e Mariangela Melato già visti assieme per la regista romana nel per certi versi simile Mimì Metallurgico Ferito Nell’Onore del ’72 e nel film dall’interminabile titolo Film D’Amore E D’Anarchia, Ovvero ‘Stamattina Alle 10 In Via Dei Fiori Nella Nota Casa Di Tolleranza…’ del 1973. 
In Travolti Da Un Insolito Destino [etc etc…] la regista va però oltre il tema dell’onore e dipinge un’opera forte e fortemente ironica, che proprio attraverso le stridenti dicotomie dei personaggi diventa metafora non solo dei contrasti tra classi sociali e credo politici bensì della condizione della società intera. Anzi, a ben vedere questo appassionante lungometraggio pare davvero come una delle opere più concretamente disilluse dell’intera cinematografia italiana. 
Ci sono qui condensati vari temi ma tutti portano a un unico esito: l’impossibilità di modificare l’andamento delle cose dal singolo. È questo il film che più lascia emergere l’antidemocraticità di una società che non vede l’ora di auto-celebrarsi come democratica, e vi è qui tristemente impressa la ragione per la quale ogni rivoluzione è totalmente inutile perché può soltanto rovesciare chi sta al potere ma non il potere stesso.
L’ideale, insomma, è roba da “comunisti” come la Wertmüller stessa lo definisce, e a nulla porta se non a un’infelice consapevolezza della propria condizione.
Per arrivare a questa conclusione per certi versi profondamente nichilista, la regista sceglie una via insolita, che è quella della satira societaria basata su un personaggio che a turno comanda l’altro fino allo sfinimento. L’attenzione psicologica dei due personaggi in causa, in realtà, non è così approfondita perché alla romana Wertmüller sembra maggiormente interessare il contrasto ideologico-societario che affonda le radici nella provenienza dei due naufraghi.

Il meridionale d.o.c. e la milanese altrettanto d.o.c. sono i perfetti stereotipi di due modi d’intendere la comunità, la società, l’uomo, la donna, l’essere umano, l’Italia e qualsiasi altra cosa possa cadere sotto il pensiero umano.
La settentrionale “che se la tira” e che crede tutto le sia dovuto sfrutta il meridionale come fosse uno schiavo tanto che quando il marinaio Gennarino Carunchio sbotta e si ribella al trattamento subito è la stessa aristocratica Raffaella Pavone Lanzetti a definire questo atto come “la rivolta dello schiavo”, paragonandolo a una specie di Spartaco moderno.
Questa rivolta giunge agognata persino dallo spettatore, e arriva con i modi che il marinaio, per giunta meridionale e comunista, può avere. Ecco dunque che la Wertmüller lascia ampissimi spazi ai più offensivi turpiloqui dialettali, suscitando nello spettatore un’ilarità impareggiabile che contrasta vistosamente con il perbenismo societario sia per la volgarità di tali parole sia perché la rivolta in atto assume per forza di cose valenze d’estremo maschilismo che non si limita a esser tale ma che sfocia anche nella più diretta misoginia.
Non c’è però da accusare per questo la regista, d’altronde è così che è strutturata la nostra società e lei non fa altro che iperbolizzare comportamenti spesso repressi non per giustificarli ma per evidenziare con estrema e riuscita efficacia quel suo profondo ragionamento disilluso che altrimenti ne rimarrebbe indebolito.
D’altronde è proprio la parte centrale del film, quella più violenta e volgare, a rimanere impressa nello spettatore e, anzi, nell’immaginario collettivo.
Il magnifico mare sardo, fa il resto, così anche le carenze stilistiche che emergono di quando in quando passano in secondo piano di fronte a un’opera tanto coraggiosa.
Rimane a questo punto da evidenziare il punto cardine senza il quale questo film non sarebbe minimamente potuto riuscire in egual misura: i due attori.
Una perfetta Mariangela Melato è l’emblema dell’alta aristocrazia snob, mentre lo sbalorditivo Giancarlo Giannini ci regala qui un’interpretazione che oltrepassa la perfezione.
Travolti Da Un Insolito Destino In Nell’Azzurro Mare D’Agosto è dunque un film che deve assolutamente essere visto per le ragioni sopracitate e per capire, ahinoi, quanta pochezza sia promossa nel panorama cinematografico contemporaneo italiano.
Danilo Cardone – cinefobie.com


Iniziamo il 2013 di Fata Morgana  con questo omaggio a Mariangela Melato, una donna che ha saputo rappresentare la realtà che la circondava in maniera leggera e profonda insieme.
Ci mancherà.

Calendario programmazione gennaio/febbraio 2013

Gennaio 2013                
Martedì 22/01/2013 h. 21,00             
Vado, sala biblioteca comunale 
  
Travolti da un’insolito destino nell’azzurro mare d’agosto   
di Lina Wertmuller

Italia 1974
Omaggio a Mariangela Melato
                                                                    

Febbraio 2013                  

Sabato 02/02/2013 h. 21,00             
Vado, Delegazione comunale    

This must be the place    

di Paolo Sorrentino
Italia 2010
Giornata della Memoria
Proiezione aperta a tutti  

organizzata dal Comune e dalla Pro Loco di Monzuno
 

Venerdì 08/02/2013 h. 21,00             
Monzuno, sala biblioteca comunale     
      
Questione di cuore 

di Francesca Archibugi
Italia 2008

Rassegna: un povero paese

Martedì 26/02/2013 h. 21,00             
Monzuno, sala biblioteca comunale           
La donna che canta (Incendies)          
di Dennis Villenevue

Canada, 2010
Rassegna: dis/integrare